martedì 22 novembre 2011

L'assurdità

L'assurdità è che quando hai più bisogno di aiuto,meno sei disponibile a riceverlo e non ti accorgi nemmeno della mano che ti viene tesa. Quando hai più sonno, meno riesci ad addormentarti e senti gli occhi pesanti ma la testa che macina. Quando cerchi qualcosa, non lo trovi da nessuna parte e quando non ti serve, ce l'hai tra le mani e la butteresti via. L'assurdità è che chi ti conosce di più, ti ferisce più a fondo,con o senza consapevolezza. Chi ti parla piano che fai fatica a sentirlo, ti dice le cose più importanti e chi urla nelle tue orecchie ti passa informazioni che nemmeno ti servono. Chi ti vuole convincere di qualcosa non sa distinguere se il bisogno è suo o realmente tuo e chi ti lascia libera di scegliere invece conosce a fondo il tuo cuore e saprebbe dove condurti per mano. L'assurdità è che ridi e ti senti serena e dopo pochi istanti hai le lacrime agli occhi, guardi al futuro con speranza e in un secondo poi ti trovi spaventata da tutto.
L'assurdità è che non c'è niente di ovvio, prevedibile e controllabile e tutto l'inatteso del mondo non segue nessuna logica, ma ti stupirà ancora una volta, con le sue contraddizioni.

mercoledì 2 novembre 2011

Bisogni non soddisfatti

Quanto si può resistere in una condizione professionale e personale in cui i tuoi bisogni non sono chiaramente ascoltati e soddisfatti? 
Un anno? un mese? una settimana? Un giorno?
Tralasciando i bisogni alla base della famosa piramide di Maslow (aria, acqua, cibo, sonno...) senza i quali si mette a rischio la pura sopravvivenza, sto riflettendo in questo periodo su quanto un essere umano riesca ad andare avanti senza ascoltare bisogni di sicurezza, di stima, di affetto e di autorealizzazione.
....mmm... a parole avrei detto che si resiste poco, perché ne vade la qualità della vita della Persona, che, in una società dai mille stimoli e dalle mille opportunità come la nostra, raramente si accontenta di sopravvivere! Ma a fatti, sto imparando ad abituarmici.
Mi sto accorgendo di quanto si possa permanere a lungo in una condizione insoddisfacente..o meglio, di come si arrivi, seppure nell'insoddisfazione di base, a farsi cullare dall'illusione data da una soddisfazione momentanea, da un rinforzo intermittente che non cambia nessuna condizione di base, ma accontenta i nostri bisogni quel tanto che basta per andare avanti ancora un pochino, sperando in un futuro diverso.
Il bisogno in realtà è come se fosse sedato, dolcemente addormentato... per attutirne la punzecchiante spinta motivazionale e per intontire il nostro naturale orientamento alla sua realizzazione.
Come uscirne? Come ri-apprendere (perchè per natura già ne siamo capaci!) ad ascoltare i nostri bisogni, a valutarne l'effettiva realizzazione e ad assecondare la nostra tendenza attualizzante?
Il segreto sta nel contatto con se stessi, dicono i rogersiani (e non solo loro). Sta nello smettere di nascondersi e di lamentarsi guardando al di fuori di sé. Sta nell'essere consapevoli.
Perciò..proposito per l'anno nuovo: smettere di raccontarmela.